L’amore: l’antidoto più potente contro la violenza Pubblicato il: 06/05/2014

L'esperienza a Casa Madre Ester

Ore 1:30, lampeggia lo schermo del cellulare di Suor Pina, un messaggio nel cuore della notte: “Ciao Suor Pina, auguri! Sei diventata nonna!”.

Si perché anche a Suor Pina, Suor Cecilia e Suor Caterina arrivano messaggi di questo tipo nel cuore della notte. Ed ogni volta è un’emozione grande.

E’ Mara,  ha 31 anni, da piccola è stata accolta in Casa Famiglia e oggi ha avuto il suo primo bambino.

Qualche tempo  fa Mara è stata adottata e in questi anni sono arrivati altri messaggi bellissimi: “mi sono laureata”,  “ tra due mesi mi sposo”,  “ti voglio bene” ... e non è l’unica.

Maria, Alessandro, Paolo, Michele, Francesca e tanti altri. Sono diversi  i bambini che in questi anni sono stati accolti in Casa Famiglia e hanno ricevuto,  a Scerne come a Cerchiara, ciò che la violenza ha loro rubato: l’amore, l’educazione e le cure che, in una situazione sana, una famiglia dona ai propri figli.

Per loro, e per un periodo delicato della loro vita, hanno provveduto  le suore, gli educatori e i volontari che ruotano intorno al progetto di Casa Madre Ester,  e questo tempo, breve ma determinate, ha  segnato profondamente nelle loro vite.

Lo dicono quando tornano a trovarti, te lo fanno capire con i loro sorrisi, i loro abbracci.

Ormai adulti e con quella consapevolezza profonda di chi nella vita ha sofferto,  ti dicono cosa ha rappresentato per loro Casa Madre Ester e le persone che la vivono.  Quella chiacchierata fatta in un momento particolare, la gita insieme, l’insistere per fare i compiti, la festa di compleanno, la loro presenza alla recita scolastica, la coperta rimboccata la sera, la ramanzina per quella marachella, l’abbraccio consolatorio per un sogno brutto, la rassicurazione per un’interrogazione.

Cose che fai  in automatico, in modo spontaneo e dai per scontato, ma che per molti di  loro è esperienza nuova, è tenerezza e amorevolezza appresa.

Ed è proprio quest’insieme di sentimenti, emozioni e premure che permette loro di crescere in modo sano, di diventare grande e adulto capace dare e di ricevere. E’ l’amore appreso l’antidoto più potente alla violenza, che fa diventare la persona in grado di vivere appieno e con successo tutte le esperienze che la vita regala.

“C'è un bocciòlo
in tutte le cose,
anche in quelle che non fioriscono,
(…) sebbene a volte sia necessario
insegnare ancora alle cose la loro bellezza,
stendere la mano sulla fronte accigliata
del fiore, e raccontargli di nuovo con parole e carezze
la sua bellezza,
finché non fiorirà nuovamente dentro di sé
all'augurio del proprio bene”.

(G.Kinnel)

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